lunedì 12 agosto 2013

Dall'altra parte del mondo.

Uno, due, tre, otto fusi orari e due valigie mi separano da casa. Dubai-Bangkok, fai un salto, fanne un altro, fai la giravolta e buongiorno Sydney. O buonanotte? Di tanto intanto mi confondo.

Una signorina gentile mi conferma: buongiorno e benvenuta in Australia. Quando dicono dall'altra parte del mondo. Mi addormento perché il mio orologio biologico si trova ancora in medioriente. Mi risveglio dopo qualche ora e mi sento quasi in colpa.


Vado a ripassare quel pochino di Sydney che qualche settimana fa ho visto in modalità bianco-e-Nero-pioggia-a-catinelle. Questa volta  è tutto così azzurro, merito del sole e di quegli occhiali instagram-friendly che mi hanno presentato Sydney in modalità x-pro con contrasto elevato. Li tolgo e a dire il vero è tutto ancora più azzurro ma li rimetto perché il sole spacca le pietre e le mie pupille. Dicono che sia inverno ma ci sono 24 gradi. Indosso con piacere una sciarpa che però dopo un po' son costretta a togliere. Tentativo di inverno-senza-se-e-senza-ma fallito. Sarà per la prossima Londra.

Dall'altra parte del mondo è tutto così alto. Gli alberi, le case. Gli uomini. Sono alti e castani e fighi. Le ragazze sono alte anche loro, vestono sportive e fanno jogging a tutte le ore come se non ci fosse un domani. Boh. Ma poi mi ricordo che sono nel futuro, e quindi è già domani nonché weekend.



Sydney mi ricorda le belle giornate in Europa, ma in formato gigante. Le spiaggie sono un po' come io mi immagino la California, immensa, muscolosa e surfeggiante. Le strade invece sono un po' come le ho viste anche a Singapore o Shanghai. Ci sono occhi a mandorla ovunque. Pad thai e sushi te li tirano sui fianchi. I grattacieli sono di casa, fanno compagnia ai laghi, alle paperelle, alle famiglie felici. Ai fighi biondeggianti, alle ragazze in tuta. Io mi diverto a fotografarli al tramonto e alla sera. Per me sono il fascino colpevole della metropoli al buio. Buonanotte. Dall'altra parte del mondo.





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