giovedì 5 settembre 2013

Rue de Grenelle, 7.

Gli ho dedicato gli stessi dedizione, ammirazione, battiti di cuore, attesa e sorpresa, che-bello-che-bello-sono-proprio-qui che ogni bravo-turista-come-si-deve avrebbe dedicato alla Tour Eiffel o, che so io, a Montmartre.

Arrivo a Parigi, mollo le valigie e io vado al numero sette di Rue de Grenelle, ci vediamo domani. Invece mi seguono in tre ignare dei miei capricci letterari, ma consapevoli del vino e delle frites  che li avrebbero seguiti.


Al numero di sette di Rue de Grenelle René e Paloma si sono incontrate, hanno parlato, condiviso libri, tazze di té, insicurezze, paure e la loro visione unica del mondo. Mi hanno fatto ridere da morire e sentire molto ignorante. Grazie al numero sette di rue de Grenelle ho scoperto il té, il sushi e la cultura giapponese. Ah, e di Kakuro mi sarei innamorata anche io, credo.

Al numero sette di Rue de Grenelle Muriel Barbery ha architettato un libro -anzi due- e una filosofia di vita. L' Eleganza del Riccio, un caso letterario. Estasi culinarie, molto meno mainstream, molto più leggero, un libro che chiede giustizia (leggetelo, dai - che vi fate una risata!). In ogni caso, uno stile geniale, che non smetterò mai di invidiare. L'apoteosi del buongusto, dell'ironia. Del narcisismo intellettuale e dell'ostentazione letteraria che, beata lei, si può permettere.

La conclusione di quest' unconventional Paris è che al piano terra del numero sette di Rue de Grenelle ci hanno piazzato un Prada. Ma lo sanno loro cos'è successo là sopra? Lo sanno cosa ne pensano del lusso René e Paloma? Gli avrei regalato un libro in originale, ma non l'ho trovato manco per me. Mi sono consolata con una passeggiata e un bicchiere di vino, fai due. E toh mi giro e c'è Nôtre Dame. Faccio due passi, fai quattro, mi rigiro e c'è la tour. Rendo gli omaggi dovuti e faccio la mia solita foto tutta di sbieco, come dice babbo. E da lontano, che la turista-per-bene l'ho fatta già anni fa, quando ero tutta crêpe e Amelie.