Un periodo della mia vita che si chiama Valigia.
Dura
da tipo un anno e un po' di più, tra alti e bassi. Ricercare
una pseudo-routine nella
tranquillità di provincia è un buon modo per organizzare la
prossima fuga. Che anche fare le valigie è uno sport, che richiede
allenamento. E infatti, io sono una frana, come in tutti gli sport.
Da piccoli tutti erano bravi in qualche sport. Leggiadre ballerine,
agili pallavoliste, insuperabili maratonete. Io ero imbattibile solo
con l' hulahoop. Una cosa che praticamente non ti devi muovere. Però,
non cascava mai. Continuavo ad ancheggiare per ore. Ero pelle e ossa
e una massa scomposta di riccioli ribelli. Avevo l'ombelico a forma
di cece. La smettevo solo quando ciò che rimaneva della mia vita
dolente diventava rosso fuoco.
E comunque, appunto, la cercavo rosso fuoco la valigia, stavolta. Ma
erano tutte o troppo piccole o troppo pesanti o troppo poco rosse. E
quindi niente, l'ho presa blu.
Ho passato questi mesi a fare un sunto dell'ultimo anno-e-poco-più.
E invece, ne è venuta fuori una digressione. Della quale non ho
ancora deciso cosa eliminare e cosa sottolineare in rosso. In
valigia, tutto non ci sta.
Ho
fatto analisi psicologica, sociologica, etnografica ai semafori
rossi. E niente, a parte quella volta che ho idealmente spogliato un
tipo facendogli saltare tutti i bottoni della camicia, gli esiti sono
stati sempre pessimi. Se
c'è qualcosa dove il rosso mi sta proprio proprio sulle scatole sono
i semafori. Metti che sono in pullman, potrei
svegliarmi quando si ferma.
Metti che sto in macchina e
non ho voglia di ascoltare chi mi parla e finché guida posso
liberamente farmi i fatti miei. Se si ferma però mi guarda in
faccia. Oppure metti che sono la prima della coda e mi capita
affianco il tipo e voglio spogliarlo. Ovviamente scatta il verde.
Ho sbollentato broccoli per uno, due, tre reggimenti, ho grigliato
zucchine come se non ci fosse un domani. Ho frullato kiwi e banane a
tutte le ore del giorno e della notte, ho sfornato muffin salati.
Ho rimandato i buoni
propositi. L'arabo? La geografia? Il fondotinta, ve lo dico, non
lo sopporterò mai.
Ho
imparato a leggere meglio gli ingredienti degli inci. Sono come i
semafori. Se è verde vai tranquilla, se è giallo stacci attenta, se
è rosso mi sta sulle palle. Voglio dire, che cavolo ci metti il
petrolio nella crema? Il mercurio, nel rossetto? Il silicone,
nell'ombretto? Ora, se volete un consiglio spassionato, prima di
comprarvi qualsiasi cosa affidatevi a http://www.biodizionario.it/.
Io, ve l'ho detto.
Ho
sognato di disegnare manga, scrivere libri e cucirmi vestiti su
misura. Poi mi sono svegliata, ho infornato una torta e scritto una
mail che non ho mai inviato.
Ho fatto
ordine nel mio armadio. Sono stata brava, sto imparando a liberarmi
del superfluo. Tranne del mio maglione preferito. È rosso, fa i
pallini e non lo metto più da un anno ormai.